Io e la natura | 72° puntata

Cronache di una cittadina trapiantata su un selvaggio bricco del cuneese

di Manù

 

Tirando le somme su quanto si è detto fino ad ora sulla neoruralista, può venire il dubbio cha la suddetta faccia una vita d’inferno.
La causa prima dei suoi tormenti e delle sue fatiche è da ricercarsi in una serie di eccessi della sua personalità, di cui proveremo a fare un’analisi qui di seguito:

-Eccesso di saldi principi
-Eccesso di empatia nei confronti di qualsiasi forma di vita
-Eccessivo senso di responsabilità
-Eccessiva tendenza a porsi domande

Questi aspetti, messi assieme e applicati a un contesto rurale possono portare a un livello di complicazioni paragonabile solo a una paresi del sistema motorio.
Per maggiore chiarezza, alcuni esempi, messi a confronto con i metodi generalmente preferiti dal nativo che è soggetto a eccessi di altro genere (alcolici, alimentari e di venalità).


1. Estirpazione di ortiche, rovi e insalata che crescono nella pavimentazione in cortile senza l’uso di veleni di alcun tipo.
Tempo di applicazione: quattro giorni.
Durata del risultato: 48 ore.
Effetti collaterali: rischio di tetano (le piante spinose possono esserne veicolo, l’ultimo vaccino della neoruralista risale alla quarta elementare), eczemi causati dalle piante urticanti, mal di schiena e un gran senso di frustrazione.

Stessa operazione con i metodi nativi (diserbante).
Tempo di applicazione: 30 minuti.
Durata del risultato : quattro mesi.
Effetti collaterali: rischio di intossicazioni (difficilmente il nativo usa mascherine e indumenti protettivi), inquinamento delle falde acquifere, possibile morte di animali domestici per avvelenamento.


2. Disinfestazione di piante e ambienti da parassiti e animali cosiddetti “nocivi” senza l’uso di veleni e trappole mortali.
Tempo di applicazione: tutta una vita (osserviamo ad esempio la neoruralista mentre toglie pidocchi e bruchi dalle rose schiacciandoli uno a uno, sentendosi vagamente in colpa e cercando di ignorare che in fondo i bruchi, con la loro andatura a fisarmonica e i grandi occhioni, sono proprio carini, o mentre sposta le nidiate di ratti lasciandogli anche un pezzettino di formaggio).
Durata del risultato: 5 minuti.
Effetti collaterali: piante e fiori che fanno pietà, futuro raccolto ortifero incerto, convivenze difficili.

Stessa operazione con metodi nativi (veleni).
Tempo di applicazione:10 minuti.
Durata del risultato: un anno.
Effetti collaterali: avvelenamento di animali insettivori e predatori a causa dell’accumulo di veleno nella catena alimentare.

Oltre agli effetti collaterali conseguenti all’applicazione dei metodi dettati dagli eccessi della personalità della neoruralista ci sono quelli causati dagli eccessi stessi.
Eterno senso di colpa, costante conflitto di interessi, stati di ansia, insonnia, emicranie e la pesante consapevolezza di aver perso la partita ancor prima di averla iniziata.
Ma allora perché la neoruralista non la pianta lì e scende a qualche compromesso?
Non può.
Se il nativo lavora per se stesso come se non ci fosse un domani e nessun altro al mondo, per cosa lavora la neoruralista non ci è dato di saperlo, ma lei non fa, lei è, talvolta suo malgrado, non può farne a meno, proprio come un gatto non può fare a meno di essere un gatto.
Cosa salva la neoruralista dal cadere in un buco di nero sconforto senza ritorno?
Una vita sufficientemente sana, l’appagamento che sente quando guarda negli occhi una volpe a distanza ravvicinata e una buona dose di follia latente.
Cosa salva il nativo dal cancro e dall’ enorme responsabilità di lasciare dietro di sé un mondo che è una schifezza?
Niente.

*Foto di Manù e Andrea Ferrante

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