La redazione
Illustrazioni di Anne Derenne
Mentre attaccava la rivista Aspirina, la malvagia Bayer si dedicava alla fusione con Monsanto, che gli ambientalisti hanno definito “il matrimonio infernale”, osteggiato da associazioni di coltivatori, come la Coldiretti in Italia, da forze politiche, attivisti e da gran parte dell’opinione pubblica informata sui fatti. La fama di Monsanto da anni traballava sotto le accuse per i rischi cancerogeni dei prodotti a base di glifosato, accuse avanzate da una parte del mondo scientifico e dall’evidenza.
Gli attacchi a Monsanto riguardano anche l’impoverimento della terra causato dai diserbanti e le gravose regole commerciali imposte ai contadini, che diventano sempre più poveri.
Vandana Shiva in India si batte da anni per la difesa della biodiversità dei semi e la libertà dei lavoratori della terra, mentre in Argentina le Madres del Bario Ituzaingò combattono Monsanto per la distruzione dell’ambiente e della salute. Dal 2006 si tiene ogni anno la March against Monsanto: a quella del 19 maggio 2018 hanno aderito centinaia di città in sei continenti.
In questo scenario immaginiamo quale dispiegamento di forze abbia messo in campo Bayer per abbattere gli ostacoli e ottenere quello che assolutamente voleva, la fusione tra due superpotenze produttrici di diserbanti, pesticidi e semi OGM, alla conquista del mercato europeo, la nostra terra.
Estate 2018: la nemesi
Il 7 giugno 2018 Bayer celebra in pompa magna il matrimonio con Monsanto, acquisita con 66 miliardi di dollari. Di corsa ne cancella il nome, con l’intento grossolano di liberarsi della sua storia. Ma la storia si riaffaccia con la forza di una nemesi.
Il 13 agosto 2018 un tribunale californiano condanna Monsanto, e quindi Bayer, a pagare un risarcimento di 289 milioni di dollari al giardiniere DeWayne Lee Johnson, riconoscendo che il cancro di cui sta morendo è stato provocato dal diserbante RounDup, a base del famigerato glifosato. La condanna è stata confermata il 22 ottobre, con penale ridotta a 78 milioni di dollari. Altre migliaia di cause per lo stesso motivo sono ancora oggi aperte. I titoli Bayer crollano in borsa dell’11% in agosto, dell’8% in ottobre 2018.
Il 7 settembre 2018 Avaaz, piattaforma di petizioni no-profit che aveva raccolto oltre un milione di firme contro la fusione (#fermiamo questo matrimonio da incubo) e l’uso del glifosato, querelata da Bayer, ha vinto negli USA alla prima udienza.
Febbraio 2019: una maledizione
La fusione con Monsanto sembra essere una maledizione. Il Gruppo Bayer ha chiuso il 2018 con ricavi in crescita del 4,5% a 39,5 miliardi di euro, ma un utile netto falcidiato del 77% a 1,69 miliardi. Monsanto ha portato in eredità le cause contro il glifosato, 11.200 quelle avviate solo negli Usa (dati a gennaio 2019), e una pessima reputazione.
Le vendite dell’aspirina sono calate dell’1,5% nel 2018, da quando hanno attaccato Aspirina la rivista. Una coincidenza che ci fa sorridere.