Dall’Abbazia di Rocciafredda | 3° puntata

La punizione

di bulander
Illustrazione di Federico Zenoni

 

Un giorno il Priore mi manda a chiamare. Lo trovo su tutte le furie, agitatissimo.
“Il cardinale Forbittini ha la nostra pratica sul tavolo da tre settimane e non succede nulla, lo chiamo e fa dire che non c’è.”
“Scusi Venerabile, ma quale pratica?”
“Quella della digitalizzazione, no? Proprio tu dovresti saperlo! Ci vogliono inchiodare al Medioevo e non farci fare un passo avanti. E noi a perdere tempo con quegli imbecilli….pardon, con quei fedeli degli airb&b.”
“Adesso sono quasi spariti, Venerabile, con l’estate i turisti arrivano a frotte… ma c’è sempre gente che pretende intercessioni per futili motivi, per trovargli un posto al Club Méditerranée… io Venerabile istituirei una Commissione di confratelli anziani per filtrare le domande.”
“No, no, niente commissioni, poi quelli si montano la testa… al massimo potremmo imporre ai questuanti che lo dicano prima in un orecchio al tuo novizio. E lui vede se farli passare o no.”
E così, in mancanza d’altro, dovetti accettare questo compromesso. Il novizio ne fu entusiasta, il suo potere aumentava, io molto meno, qualcosa mi diceva che non avrebbe funzionato.
Infatti, passano un paio di mesi e il Priore mi convoca di nuovo. Lo trovo affranto.
“La nostra Abbazia sprofonda nel fango.”
Io non vedevo nessuna alluvione, in verità.
“Nel fango della vergogna. E quello che mi riempie di rabbia è che l’ha saputo prima il cardinale Forbittini e poi io, il Priore.”
“Che cosa Venerabile?”
“Il tuo novizio si fa dare le mazzette, per far entrare la gente. A parte la vergogna della cosa in sé, la digitalizzazione ce la possiamo scordare per sempre. E forse mi trasferiscono…”,
“Oh che jattura, Venerabile, non mi dica…anche questa prova c’impone il Signore.”
Poi lo vedo fermarsi di botto (camminava su e giù per la stanza), come scosso da un pensiero si rivolge verso di me: “Scusa, ma tu non sei il suo confessore?”
“Di chi?“
“Del novizio”
“Sì, Venerabile…”
“Allora lo sapevi, disgraziaaaatoooooo!”
Dicono che non s’era mai visto un Priore inseguire con la scopa un frate affidato alle sue cure spirituali. Eppure anche questo accadde nell’Abbazia di Rocciafredda.
Ed eccomi qui nel Sahel a cercare di cristianizzare musulmani, costretto a imparare ad andare sul dromedario per incontrare le tribù nomadi. Ma questo è niente: mi hanno assegnato il novizio come assistente. E lui ha imparato in un battibaleno a cavalcare quelle bestiacce, tanto che va dai capi tribù, li sfida alla corsa e dice: “Se vinco io ti fai cristiano, se vinci tu ti presento il mio confratello che può fare anche dei miracoli”, ovviamente perde sempre lui, seppur di misura, e quindi io mi ritrovo di nuovo con la coda di gente che pretende da me le cose più assurde, con la difficoltà di far capire a questi musulmani il concetto di “intercessione”. Un capo tribù più sveglio degli altri, dopo la mia ennesima spiegazione, ha esclamato: “Ma sì, ho capito, tu sei una specie di traduttore, un interprete insomma. Quindi tu sai parlare la lingua del tuo Dio, caspita, dove l’hai imparata?” E io a spiegargli che no, non era proprio così. Diventammo amici, parlava un inglese eccellente, aveva studiato a Cambridge Mass., dove aveva sviluppato degli algoritmi molto sofisticati.
“Un giorno a Silicon Valley il capo laboratorio mi dice: ‘ ehi, beduino, sei capace di sviluppami un algoritmo in grado di non far perdere la pista giusta a un capo carovana in mezzo a una terribile tempesta di sabbia?’. Ho fatto un prodotto molto sofisticato, te lo dico senza falsa modestia. Lo mettiamo su un computer e proviamo a sperimentarlo. Una specie di navigatore. Non ci crederai, il computer diceva di andare in una certa direzione, i cammelli si rifiutavano, li bastonavano a sangue, li riempivano di zuccherini, niente, per loro la strada giusta non era quella. Finita la tempesta, dopo due giorni, si sono ritrovati che erano a pochi chilometri dalla meta. Cammello batte computer dieci a zero. Però mi hanno licenziato e sono tornato a fare il nomade. Credi a me, l’intelligenza artificiale è un bidone, dicano quello che vogliono americani e cinesi.”
Rimasi un po’ soprappensiero, poi gli dissi: “Sai Mahmarà (era il suo soprannome), ogni tanto penso che anche le mie intercessioni sono un bidone”. E lui: “Quanti erano quelli che non sono stati esauditi? In percentuale, dico. Venti per cento? Dieci?”. Rimasi di sasso, non ci avevo mai pensato, perché nessuno era venuto a reclamare, dunque altro che bidone… 100% di riuscita! Mi faranno santo!”
In quel momento ci passa davanti il novizio: “Scusa, fratello Aldovino, è mai venuto qualcuno all’Abbazia a protestare perché la mia intercessione non era servita?”
“Eccome, ne arrivava qualcuno ogni giorno, che minacciava querele, cause per risarcimento danni…”
“Scusa, ma nessuno mi ha mai detto niente!”
“Così aveva ordinato il Priore, non voleva che Lei perdesse fiducia nei Suoi poteri e magari non volesse più farlo. Chi era disposto a sostituirLa? Nessuno. Quindi lui pagava e quelli se ne andavano più contenti di prima.”
“Coooosa, pagava?”
“Certo, con i soldi della Regione, noi portavamo turismo. Prima delle sue intercessioni chi voleva che venisse in quel buco? Siamo stati il primo fattore di sviluppo, il PIL regionale si è quintuplicato. Quindi, per non perderci, la Regione cacciava i soldi per le riparazioni. E la gente ci veniva mica per ottenere la grazia ma per chiedere cose impossibili, non le otteneva e così si beccava il risarcimento.”
“E noi siamo qui a masticare sabbia per causa delle tue miserabili mazzette!”
“Appunto, e il Priore sui risarcimenti si tratteneva il 2% e li spartiva con il segretario del cardinale Forbittini.”
“Satana, Satana… vade retro Satana! E tu con chi spartivi le tue mazzette?”
“Con lei volevo spartirle, non si ricorda? E quella volta lei mi diede da recitare 73 Ave Maria come penitenza, era scandalizzato…per così poco. E fu una fortuna…”
“Come una fortuna?”
“Già, non glielo ho mai detto, mi sono giocato il 73 sulla ruota di Torino vincendo un bel gruzzolo. Quando finisce questa naja son già d’accordo col fatello di Mahmarà, ci mettiamo in società, import-export di cammelli…ma quelli coi chip nelle gobbe. Quelli che seguono l’algoritmo inventato da Mahmarà quando stava in California.”
“Ma non funziona l’algoritmo, ti porta fuori strada!”
“E chissenefrega! Quei cretini di europei vogliono l’intelligenza artificiale? Eccovela! Cammello con chip incorporato uguale venti volte il suo valore di mercato. Business is business, my friend!”

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