di Redazione
Affresco di Isia Osuchowska
Negli ultimi mesi la morte si è avvicinata senza rispettare il distanziamento, chi più libera di lei? La redazione di Erbacce è dislocata perlopiù a Milano, dove siamo in sei più una a Torino e una a Roma: l’ombra e la paura ci hanno avvolte, in stretta compagnia con milioni di persone, tra cui alcune che avremmo preferito evitare. Si era all’inizio della fase 2 quando Piera, durante una riunione di redazione a distanza, ci ha parlato di Senza misericordia. Il Trionfo della Morte e la Danza macabra a Clusone, un libro di Chiara Frugoni e Simone Facchinetti (Einaudi 2016).
Ci siamo appassionate alla storia, corredata da coloratissime foto: sulla facciata dell’Oratorio dei Disciplini di Clusone (Bergamo) si dispiega un affresco, una danza macabra tra le più belle in Europa, datata 1485 a firma di Giacomo Busca.
Dalla fine del Duecento nel mondo cristiano si era imposta la credenza del purgatorio, indebolendo l’ossessione di finire all’inferno. Verso la fine del Trecento, la Chiesa accolse i temi macabri negli affreschi e nelle miniature, e fu costretta a rinnovare le figure del terrore: al repertorio sacro di inferno-paradiso aggiunse il repertorio macabro del purgatorio, con le prime immagini di scheletri e corpi putrefatti. “Credo che l’imporsi del purgatorio sia stato uno dei fattori più importanti nella promozione del macabro”, scrive Frugoni, che sviluppa poi un’avvincente riflessione arrivando alla nascita del commercio delle indulgenze.
Nell’affresco di Clusone, la morte, uno scheletro con corona e mantello, sventola due cartigli con le scritte:
Sonto per nome chiamata morte
ferisco a chi tocherà la sorte
no è homo chosì forte
che da mi no po’ a schanmaore
…
Sonto la morte piena de equaleza
sole voi volio e non vostra richeza
e digna sonto da portar corona
perché signorezi ognia persona
La morte trionfa sul papa, l’imperatore, il mercante, il soldato, l’oste e l’ambulante, scortati da scheletri, quasi un presepe napoletano tragico e, insieme, un ritratto del capitalismo nascente. Non c’è posto per le donne, i vecchi, i bambini e i poveri. Forse perché non avevano accesso al mercato delle indulgenze?
La presenza di quest’opera in Valle Seriana, la zona della Bergamasca che è stata epicentro dell’epidemia di Covid, ci ha colpite per le coincidenze emotive e concrete, i cortei di scheletri e i cortei di camion dell’esercito con le bare, il faccia a faccia così terreno con la morte.
Ci sarebbe piaciuto fare domande agli autori del libro e ci ispirava il carattere fumettistico dell’affresco. Volevamo guardare in faccia questa morte nascosta, rappresentarla a modo nostro. Gli scheletri buffi e grotteschi, la danza della vita con la morte, sono un modo di venire a patti con il limite e la paura, riaffermare la forza della vita di cui siamo parte.
Abbiamo chiesto a Isia Osuchowska di disegnare una Danza macabra 2020 con donne, bambini, carcerati, poveri, preti, industriali e a chi tocherà la sorte.