Un gruppo di Erbacce ha incontrato le proteste londinesi di Extinction Rebellion, il gruppo di disobbedienza civile ambientalista nato in Inghilterra con respiro internazionale.
di Redazione
Foto di Roberto Lepetit
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Dal 15 aprile 2019, con costanza e determinazione, migliaia di “rebels” hanno bloccato il traffico in diversi punti nevralgici di Londra: Parliament Square, Marble Arch, Oxford Circus e Waterloo Bridge. Per molti giorni, il normale fluire delle auto e delle persone ha dovuto adattarsi alla presenza di fitti gruppi di umani colorati, tende da campeggio, piante in vaso, canti per la Terra. Al centro di Oxford Circus, dove tutti i giorni, tutto l’anno, si affollano le masse dello shopping, ha fatto da padrona per più di una settimana una barca pitturata di rosa, palco di musica e arringhe.
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Tutt’altro che improvvisati, i blocchi e i raduni erano stati programmati da Extinction Rebellion da tempo, non solo a Londra ma in tante città del mondo, che tra il 15 e il 25 aprile hanno fatto eco alla grande mobilitazione che stava avvenendo nella capitale inglese. Un simbolo, una X dentro un cerchio, e tre esplicite richieste a fare da connessione. Le loro domande, indirizzate ai governi, sono state tre, ripetute a voce, nei graffiti di gesso sull’asfalto, sui cartelloni fioriti: verità e trasparenza governative sulla catastrofe incombente, zero emissioni di Co2 entro il 2025, l’istituzione di assemblee cittadine sul clima e la giustizia ecologica.
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Noi Erbacce ci siamo trovate subito bene nella folta foresta urbana di visi, rami e cartelloni contro il glifosato, tanto ci è cara la recente lotta della nostra acetilsatirica rivista Aspirina. Sabato 20 aprile ci siamo accordate con gli attivisti per uno spazio sul palco a Waterloo Bridge la domenica di Pasqua, per parlare della nostra resistenza contro Bayer-Monsanto. L’atmosfera era piacevole: reading di poesia, cucina, sound system, tende e sacchi a pelo in mezzo a balle di fieno, erbacce, cartelli NON VIOLENT, incontri, tamburi, canti. Ma al nostro arrivo a mezzogiorno di Pasqua, il presidio era sotto sgombero.
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Nell’afa di un surreale sole estivo, evidente segno dello sconvolgimento climatico, uomini e donne di ogni età stavano seduti o in piedi al centro del ponte, cantando e ridendo. La loro tattica è stata quella di fornire un’ininterrotta riserva di persone da arrestare fino a esaurire le risorse della polizia: una catena di montaggio dell’arresto per ottenere di essere considerati a Downing Street. Le attiviste e gli attivisti erano ben informati su tutte le ripercussioni del potenziale arresto e sempre assistiti da legal observer, esperti del movimento. “Anyone arrestable?” (“Qualcuno di arrestabile?”) si sentiva echeggiare. Ciascuno ha potuto scegliere fino a che punto coinvolgersi nella protesta. L’arresto ha preso la forma di un bizzarro atto volontario, collettivo, ironico, celebrato da canti e applausi ogni volta che qualcuno veniva sollevato dalle forze di polizia per essere portato via.
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Poliziotti e poliziotte, hanno impiegato ore per sgomberare il ponte, così come nei giorni seguenti gli altri presidi. Il movimento Xr però non si è estinto: prosegue nel dialogo con alcuni parlamentari e nelle tante assemblee che proliferano in Inghilterra e nel mondo. E mentre noi coltiviamo le nostre erbacce, chissà che non sia Bayer a estinguersi sotto la pressione delle cause ereditate da Monsanto, che sta inesorabilmente perdendo in questi ultimi giorni.
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