della Misantropa
Illustrazioni di Federico Zenoni
Per aprire la bolletta del gas aspetto l’effetto caffeina. Poi fortificata dalla prima, abbondante tazza del mattino, straccio coraggiosamente la busta e contemplo un numero di sei cifre, tra le quali si posiziona una virgola, che però manifesta la tendenza a saltellare qua e là sotto i miei occhi confusi e arrossati.
Leggo, nell’ordine: 12533,3 euro (oddio no, giusto la cifra che ho messo da parte per le mie esequie, pagamento anticipato presso le pompe funebri Amen, un affare, e adesso come faccio a morire?), 125,333 euro (ah! lo vedi che tenere il termostato a 15° per tutto l’inverno è servito, il freddo mantiene giovani e salva dalla povertà), e infine, definitivamente, irrevocabilmente, 1253,33 euro, pari all’importo mensile della mia pensione al lordo delle trattenute per il FSMC (Fondo a Sostegno dei Miliardari in Crisi).
Il pensiero vaga per un po’ stordito e senza meta, finché non mi accorgo che sulla bolletta cadono grosse gocce, ma per fortuna non è una perdita dal soffitto, sono lacrime che scendono dai miei occhi. Per la cucina si diffonde un odore acre che prende alla gola, e mentre tossisco mi ricordo che è proprio ora di cambiare il fornello a gas che ho ereditato dalla nonna, pensavo di comprarne uno elettrico ma anche l’elettricità è aumentata del 288% e dicono che è solo l’inizio. Che fare? mi chiedo appallottolandomi sul pavimento in preda a una crisi di soffocamento, penso a una stufa a legna, nella quale potrei anche bruciare i mobili superflui, o all’eventualità di impiantare una pala eolica sul balcone, al posto del basilico, che tanto in città cresce malissimo.
In quel momento suona il campanello. Mi trascino alla porta. È la mia vicina, la signora Maritozzi, che da quando ha messo il naso in casa mia e visto tutti quei libri, mi porta ogni foglio scritto che riceve.
-Lei che legge, legga qui, mi fa.
La bolletta della Maritozzi è scritta in cirillico, cosa che ne rende più ardua la lettura. Si capisce solo la cifra, 137762,56 rubli, pari a 1482,33 euro. Sulla busta c’è un francobollo con la faccia di Putin.
-Ho cambiato fornitore per risparmiare, ma mi sa che mi hanno fregata, dice lei soffiandosi il naso.
In effetti tra le clausole scritte piccole sul retro del foglio in varie lingue c’è anche che per fruire della tariffa agevolata bisogna uscire dalla Nato, cosa che probabilmente la Maritozzi ha trascurato di fare.
-Oddio, povera me, si lamenta la vicina col fiato che le resta. Tutti ad approfittarsi di una povera vecchia!
-Su, su, signora non la faccia così tragica. Perlomeno non siamo in guerra, noi.
In quel momento si sente un boato in lontananza. Spero che si tratti di qualche palazzina saltata in aria per una perdita di gas.
Intanto in casa l’atmosfera si è fatta irrespirabile, a nulla serve aprire le finestre perché anche dagli appartamenti dirimpetto si diffonde una nube asfissiante e una sinfonia di ansiti e colpi di tosse.
La Maritozzi ora respira a fatica ed è paonazza, le sue condizioni sono allarmanti.
Telefono alla guardia medica, dove mi dicono che col servizio sanitario la mettono in lista d’attesa per l’ottobre del 2023, oppure privatamente dietro pagamento di 200 euro l’ambulanza arriva tra un’oretta. Ci penso un momento e mi faccio delle domande: quante probabilità ha la Maritozzi di arrivare all’ottobre 2023, con le bollette da pagare e i russi alle costole? E se si salva, chi paga i 200 euro?
-Lasci perdere, dico all’operatrice, e metto giù il telefono.
A fatica, perché la mia schiena non è più quella di una volta, spingo la Maritozzi sul pianerottolo e chiudo la porta. Nessuno ha visto niente.
Ho altro da fare che pensare a lei. Devo fare provviste, organizzarmi per una strenua resistenza.
Tra l’altro, mi viene in mente che da qualche parte devo avere un libro di ricette crudiste, può tornare utile.
