di Martin Köhler
Striscia di Isia Osuchowska
La Rheinmetall è una delle maggiori industrie militari tedesche, proprietaria della RWM (Rheinmetall Waffe Munition) che in Sardegna, presso Iglesias, produce le bombe esportate nella guerra in Yemen. Il 10 maggio 2022 i pacifisti tedeschi hanno organizzato una manifestazione a Bonn, davanti alla sede della Rheinmetall in occasione dell’assemblea degli azionisti, che nel 2022 riceveranno 142,9 milioni di euro in dividendi ottenuti dalla produzione militare. È un segnale importante dell’opposizione al riarmo e alla crescita di un complesso militare-industriale in Europa.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha deciso un pacchetto speciale di 100 miliardi di euro di acquisto di armi per la Bundeswehr, l’esercito tedesco. Il capo di Rheinmetall Armin Papperger ha subito annunciato che 42 dei 100 miliardi di euro potrebbero essere destinati al suo gruppo: l’agenzia di stampa tedesca Dpa ha riferito il 3 marzo 2022: “Sullo sfondo della guerra in Ucraina e del previsto stanziamento di miliardi di euro per le forze armate tedesche, le aziende tedesche della difesa stanno progettando di aumentare la produzione in modo considerevole. L’azienda Rheinmetall di Düsseldorf ha offerto al governo federale una lista di progetti del valore di 42 miliardi che comprende carri armati, munizioni, camion militari e altri prodotti”. “Potremmo iniziare a produrre immediatamente”, ha detto il capo della Rheinmetall Armin Papperger all’agenzia di stampa tedesca. I primi lotti di munizioni potrebbero essere consegnati in un anno, carri armati su ruote in un anno e mezzo e carri cingolati in due anni. Oltre alle nuove attrezzature, si tratta anche di modernizzare i veicoli della Bundeswehr e di produrre munizioni.
Secondo la Dpa nel 2021 Rheinmetall ha avuto un fatturato di 5,66 miliardi di euro, con un aumento del 4,7 per cento. Con la guerra in Ucraina, il capo dell’azienda dice: “A medio termine vediamo un potenziale annuale fino a due miliardi di euro di fatturato aggiuntivo, se vengono effettuati gli ordini corrispondenti”.
Allo stesso tempo Rheinmetall continua a esportare armi. In Yemen la guerra si alimenta delle sue armi, esportate dall’Italia e dalla filiale sudafricana dell’azienda. La vicenda della RWM in Sardegna è stata al centro delle proteste dei pacifisti e degli ambientalisti italiani. Il 10 novembre 2021, il Consiglio di Stato ha annullato il permesso di ampliamento dell’azienda che voleva espandere la produzione di bombe. Un punto importante della sentenza è stato il richiamo alla Convenzione di Aarhus nella procedura di autorizzazione (accesso alle informazioni e ai procedimenti legali in materia ambientale), e alla Direttiva Seveso (limitazione delle conseguenze degli incidenti durante la manipolazione di sostanze chimiche pericolose). Si è trattato di un grande successo, ottenuto con la collaborazione di gruppi pacifisti, ambientalisti e dei sindacati, per fermare la militarizzazione della Sardegna e la devastazione del territorio. Con il nuovo riarmo dopo la guerra in Ucraina, campagne di questo tipo contro le produzioni militari e l’export di armi diventano ancora più importanti.
*L’articolo è apparso in origine su Sbilanciamoci! il 16 maggio 2022