di bulander
Illustrazione di Doriano Solinas
Drrriiiin!
“Pronto!”
“Buongiorno, stiamo facendo un sondaggio.”
“No, scusi, non ho tempo.”
“Aspetti, chi partecipa può vincere dei premi, una settimana in una località turistica.“
“Va be’, si sbrighi però. Devo lavorare.”
“Infatti, la prima domanda è: che lavoro fa?”
“Ho tre lavori, uno per Amazon, second level data entry control, poi lavoro per una ditta artigiana che fabbrica pupazzetti e li vende online e due sere alla settimana la cameriera in una pizzeria.”
“E alla fine riesce a cavarsela? Qual è la spesa più impegnativa che ha?”
“L’affitto ovviamente, vivendo a Milano… poi c’è il parrucchiere, il nail design, il tattoo, l’aikido…”
“Sport niente?”
“No, chi ha il tempo…mia sorella è sportiva, pratica la lotta, quella dove è tutto permesso. Una volta sono andata a un suo combattimento, ma non mi è piaciuto, troppa violenza!”
“Quindi lei è contro la violenza. Adesso le faccio vedere una foto, è presa in America, da un lato ci sono dei dimostranti che vogliono salario minimo, sussidi di disoccupazione, dall’altra la polizia con scudi, maganelli… lei da che parte starebbe?”
“Da quella della polizia!”
“Ma scusi, non ha detto che è contro la violenza?”
“Appunto, la polizia in America mica scherza con quelli che fan casino, non come qua che è all’acqua di rose e ciascuno può fare il cazzo che vuole.”
(ironico) “Già, come quelli che sono andati a un rave party e hanno distrutto una riserva naturale.”
“Ma che vuol dire, scusi? Io c’ero a quel rave party ma non c’era nessun violento, non crederà mica a quello che hanno scritto i giornali, lì c’era solo gente che voleva divertirsi e non faceva male a una mosca.”
“Cambiamo argomento… Lei come la vede sui vaccini? È vaccinata? Si è fatta il tampone?”
“Ma scherza? Mi devo far mettere dentro nel corpo della roba estranea? Ma lo sa che a un mio amico hanno fatto il tampone e gli hanno messo un microchip nel naso? Adesso starnutisce ogni due minuti e la notte non può neanche dormire.”
“Allora come fa a andare a lavorare?”
“Appunto, è un casino. Con Amazon no, perché lavoro a distanza ma con l’artigiano un casino. Non vuole farmi entrare se non ho il Green Pass o se non ho fatto il tampone. Ma io lo denuncio… la Costituzione… sembra di essere in un lager, guardi, ha presente Auschwitz?”
“Quanta gente lavora coi pupazzetti?”
“Lui il titolare, la moglie e due lavoranti.”
“Lei è una delle due lavoranti immagino, probabilmente si occupa della vendita online.”
“No, per quella si appoggiano a un service. Io cucio pupazzetti, faccio anche un lavoro molto al di sotto della mia qualifica… se le dico, è un lager…”
“Quindi se manca lei non lavorano più, la ditta chiude e restate tutti sul lastrico. A proposito, le hanno fatto un contratto, le pagano i contributi?”
“Sì, ma non gliel’ho chiesto mica io di pagarmi i contributi. Vogliono fare i padroni? Lo facciano allora. Lo sapevano sin da prima che i contratti prevedono i contributi. E poi per quei miseri 15 euro all’ora che mi danno…”
“Scusi, Amazon quanto la paga?”
“Sette euro all’ora. Ma Amazon è Amazon, è un colosso, mica un’aziendina da niente. Loro i contratti con quelli come me manco li vedono, una mail ed è già tanto. Prova un po’ a ribellarti e vedrai cosa ti succede.”
“Ma non è giusto scusi, mi sembra che l’artigiano la stia trattando molto meglio. E per fare la cameriera quanto le danno?“
“4,5 euro all’ora. Ma lì nessuno viene a rompermi le balle col Green Pass, con i tamponi, lì c’è libertà, lì è tutto al nero, ma cos’è questa burocrazia!”
“Non sarà mica che quella pizzeria appartiene a una catena controllata dalla mafia?”
“Be’, e con questo? Adesso prima di andare a lavorare secondo lei io dovrei fare un’indagine per sapere cosa c’è dietro al mio datore di lavoro? Ma siamo in un paese civile o cosa?”
“Mah, visto che lei è così sospettosa sui vaccini e i tamponi, pensavo… Cambiando argomento, lei è di Milano?”
“No, sono originaria di Buttazzone Calabro, i miei vivono ancora laggiù, hanno il podere, meno male, come farei a vivere a Milano se loro non mi aiutassero un po’? Mi mandano l’olio, le uova… mangio solo quelle perché io sono vegetariana.”
“Nel senso che lei mangia le uova di gallina ma una gallina bollita non la mangia?”
“Assolutamente no. Io sono brava a tirare il collo alle galline, me lo ha insegnato la nonna, a mia madre invece fa impressione. Però, vede, è tutta questione di professionalità, se lo sai fare bene le galline non soffrono.”
“Lei è un bel concentrato di contraddizioni, lo sa? Cambiando argomento: lei va, immagino, alle manifestazioni contro il Green Pass.”
“Io, ma si figuri! In mezzo a quegli scalmanati? Mia sorella ci va, dice che si diverte, ballano, cantano, coi tamburelli… ma io e lei siamo molto diverse. D’altronde lei è diplomata al liceo artistico, io invece…”
“Lei?”
“ (con sussiego)… sono laureata in scienze dell’informazione, specializzata in digital problem solving.”
“ (ironico) Nel senso che se ho un problema lei me lo risolve?”
“ (serissima) Certo, ma solo se è digitale.”