Cronache di una cittadina trapiantata su un selvaggio bricco del cuneese
di Manù
Requiem per due galline
Ho capito che qualcosa non andava quando, alle sette, ho portato il becchime ed è arrivata solo Clara.
L’ansia saliva mentre cercavo le altre due, pensando non sarà mica possibile che le abbiano beccate tutte e due contemporaneamente.
Poi il solito bosco, dove in passato più di una gallina cadde vittima di qualche predatore, me ne ha dato conferma.
Dopo pochi passi ho visto le piume bianche.
Ho ancora sperato che, come era successo con l’aggressione a cui Luigina era sopravvissuta, almeno una fosse riuscita a scampare nascondendosi.e
E invece ho trovato per prima propio lei, Luigina, la mia preferita e poco più in là Rita.
Uccise probabilmente da un piccolo predatore, una donnola o una faina.
Mi sono appoggiata a un albero e sono scoppiata a piangere.
Le mie adorate pollastrelle, così brave e simpatiche!
Rimorso, senso di colpa, dubbi.
Le solite cose che ci si porta dietro, consapevoli della loro totale inutilità.
E cosa faccio adesso con Clara?
La lascio sola e la tengo chiusa?
La lascio sola e la tengo libera?
Ne prendo altre due ?
Chiuse.
Libere.
Le mangiano.
Non tengo più galline.
Poi mi è venuto in mente che esistono anche le vie di mezzo.
Devo costruire un recinto.
È ricominciata la migrazione di formiche e lucertole in casa, cosa ci vengano a fare lo sanno solo loro.
La gatta Linda è contenta per la comoda abbondanza di piccole prede con cui istruire sui figlio Lindo.
Povere bestie.
Come se non bastassero le lucertole che, chissà perché, entrano in casa spontaneamente, ci sono quelle che porta Linda per far lezione a Lindo.
La dinamica è sempre la stessa.
Linda, con aria ispirata e circospetta, esce.
Dopo una decina di minuti torna trafelata con una lucertola in bocca e la porta a Lindo, che di solito impegnato a delinquere non la vede e la lascia scappare.
La scena si ripete sempre uguale tra le sei e le dodici volte al giorno.
Le più fortunate vengono prelevate dalla sottoscritta e rimesse fuori, altre rimangono nascoste per giorni in qualche angolino buio, parecchie vedono la fine dei loro giorni.
Il risultato di tutto questo è che la casa pullula di lucertole, vive, morte, intere e porzionate e che sul parquet, oltre alle solite matasse e di pelo, adesso è presente anche del sangue di lucertola, una vera schifezza.
Non so proprio perché mi piacciano così tanto i gatti.
Foto di Manù e Andrea Ferrante