Cronache di una cittadina trapiantata su un selvaggio bricco del cuneese
di Manù
Tempo fa mi hanno proposto dei pomodori biologici a un prezzo che mi è parso conveniente.
Colta da un inspiegabile quanto irragionevole entusiasmo all’idea di farmi la conserva, ne ho comprati 70 chili.
Dopo aver lavorato in un mare di rosso per quattro giorni consecutivi, imbrattato di pomodoro verticalmente e orizzontalmente la cucina, il portico e il tragitto tra i due, mi sono seduta a tavolino per fare due conti.
Considerando che ormai si compra dell’ottima salsa biologica a un prezzo più che accettabile, senza assolutamente contare il mio lavoro, tolta la spesa per i pomodori, il viaggio per andare a prenderli, i tappi (le bottiglie le avevo), ho risparmiato l’impressionante cifradi due euro e sessantotto centesimi.
Oltre a questo importante contributo alla mia economia domestica adesso ho 43 bottiglie di conserva con cui potrò condire 105 pizze, 21 lasagne e 6 pastasciutte, una probabile periartrite alla spalla destra per il troppo girare la manovella e qualche dubbio sul mio equilibrio mentale.
C’è da dire, però, che per andare a comprare la salsa devo fare 60 chilometri tra andata e ritorno e 14 per smaltire il vetro, quindi ho senz’altro dato il mio contributo per la salvaguardia del pianeta.
Ho eliminato il numero di telefono dello spacciatore di pomodori.
Ho preso atto che da queste parti quasi tutti i problemi che riguardano la manutenzione delle case e dei giardini vengono risolti con un veleno.
– Come si puliscono i travi sporchi di cemento?
– Con la nafta.
– Come si tolgono le macchie di unto dalla pietra?
– Con l’acido.
– Quale acido?
– L’acido!
L’erba che cresce tra le fessure del lastricato in cortile, sui gradini esterni e naturalmente nell’orto si combatte con il diserbante, per i più ecologici con il disseccante.
– Questo qui non è tossico, brucia solo le radici.
Poi naturalmente ci sono gli insetti e animali di varia natura considerati infestanti, ognuno di loro debellato con un veleno specifico, “fatto apposta”.
Abbiamo la lumachina per le lumache, tossicissima per il terreno e per tutti gli altri animali, cani e gatti compresi, lo spray a raggio lungo per gli alveari, l’antitarme con la cannuccia, la polvere per le formiche e chi ha stalle o animali da cortile usa imbrattare i muri esterni di casa con un insetticida puzzolentissimo che dovrebbe tenere lontano mosche e tafani e secondo me anche tutti gli altri esseri viventi.
Non mancano il riso rosso e le pastiglie blu per avvelenare i topi. Per le talpe, se il veleno per i topi non funziona, si improvvisa versando ogni sorta di prodotto tossico sulle tane.
– Se no, non ti salvi.
– Da che?
– Da tutto!
Lo scopo di tutto ciò è quello di vivere in armonia con la natura, che mica sempre ti aiuta, anzi spesso è nemica e quindi va arginata là dove è necessario.
Il mio orto è pieno di erbacce e lumache, sono l’ultima a raccoglierne i frutti e la prima a finirli, i miei travi sono sporchi di cemento e pieni di tarli, le pietre sono macchiate e le scale esterne sono tutto un fiorire di tarassaco e trifoglio.
– Mentre ci sono, vuoi che ti spruzzi un po’ di diserbante?
– Perché?
– Se no non ti salvi!
Lo sgombero della famiglia del topo Giuseppino, che da mesi colonizza la cucina, ha avuto una svolta.
Una mattina alle cinque, mentre mi stavo facendo il caffè, la gatta Baby si è messa a miagolare in grande stato di eccitazione davanti al lavello.
Le ho aperto l’anta e lei si è fiondata dentro uscendone un istante dopo con un topolino in bocca. Un altro parente di Giuseppino.
Volendo fare il solito crudele giochino che ai gatti piace tanto, ti prendo-ti mollo-ti riprendo, lo ha lasciato scappare.
Ci lanciamo tutte e due all’ inseguimento, io spostando i mobili dietro cui il topolino tentava di rifugiarsi e Baby bloccandone le vie di fuga, ma il piccoletto ci fa fesse tutte e due e si nasconde dietro a un inamovibile scaffale.
Sapendo che prima o poi sarebbe dovuto uscire da lì ci sediamo vicine e aspettiamo.
Quando finalmente decide di venire allo scoperto, Baby scatta fulminea lo prende e lo mette in una scatola vuota che avevo lasciato lì vicino.
Io scatto un po’ meno fulminea, chiudo la scatola e lo porto fuori.
Da allora lavoriamo in coppia e devo dire che siamo piuttosto efficienti, siamo arrivate a quota tre.
Per i topolini è una gran fortuna che il capo della società sia io, in quanto Baby non aveva contemplato la parte finale dell’ operazione in cui io libero la creatura fuori e ne è piuttosto contrariata.