Cronache di una cittadina trapiantata su un selvaggio bricco del cuneese
di Manù
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Il piccolo grande Geppo se n’è andato.
Qualche giorno fa, dopo mesi di assenza, l’ho visto arrivare ho pensato, oddio è venuto a morire a casa.
Ed è esattamente quello che è successo.
A parte il suo aspetto anziano (aveva almeno 17 anni, forse di più) non c’era nulla che potesse far pensare a una imminente dipartita. È andato a zonzo con Bix, ha mangiato come un lupo, ha preso il sole, ha salutato tutti.
Poi, la mattina del terzo giorno, ha iniziato ad avere problemi respiratori e a rifiutare totalmente il cibo. Si è messo nella cuccia vicino a Bix ad aspettare. Lui serio, risoluto, dignitoso e tranquillo.
Io nel panico.
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La strada era bloccata per via di una frana, non potevo neanche far venire il veterinario.
Ho telefonato a chiunque.
Respiramalenonmangianonfapipìesefacciocosiesefacciocolá.
Geppo impassibile mi guardava dritto negli occhi quasi a chiedermi perché mi agitassi tanto.
Il giorno dopo mi sono messa in ascolto, cercando di capire di cosa avesse bisogno.
Proprio di niente, a parte il rispetto della sua condizione e un po’ di normalità.
Vista la bella giornata l’ho portato fuori e, fatta la pipì là dove solitamente la faceva, si è steso al sole vicino a Bix.
L’indomani era allo stremo.
L’ho portato di nuovo fuori e lui dopo essersi guardato intorno ha cercato di infilarsi in un buco nel muro, probabilmente una ex tana di tasso.
Già. Si muore da soli.
Avendo le forze e potendolo fare, gli animali quando sentono che stanno per morire si allontano da casa. Il mio vicino mi ha raccontato che tutti i suoi cani se ne sono andati a morire fuori casa, nel bosco, e non li ha più ritrovati, tranne uno che non ce l’ha fece ad allontanarsi ed è morto sulla strada mentre ci provava.
No Geppo, quando è troppo è troppo, non riesco a saperti da solo al freddo in un buco. Porta pazienza. Ti riporto nella tua cuccia e cerco di lasciarti in pace.
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Nel pomeriggio trattenendo le lacrime mi sono seduta per terra vicino a lui.
Con le sue ultime forze mi è salito in braccio e si è appisolato.
Ehi donna, sta tranquilla, morire è una cosa normale.
Due ore dopo non c’era più.
Incredibile Geppo, che nella vita si è scelto i luoghi, le case, gli amici. Che ha sempre preferito i cani agli umani, ma tra gli umani spesso brutali ha saputo individuare chi lo avrebbe amato e accudito. Geppo che ha fatto fino all’ultimo ciò che ha voluto.
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Grata per averlo incontrato soppeso quello che mi ha insegnato e come tutte le volte che un animale mi lascia mi chiedo se ho fatto la cosa giusta e se ho fatto abbastanza.
Sarò per sempre grata alla signora che nell’ultimo anno lo ha ospitato, accudito e amato e a Geppo per avermi fatto conoscere una così bella persona.
L’ho sepolto vicino al cane Bobo che fu uno dei suoi più grandi amici.
Grazie di tutto, Geppo.
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Foto di Manù e Andrea Ferrante
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