Io e la natura | 67° puntata

Cronache di una cittadina trapiantata su un selvaggio bricco del cuneese

di Manù

Baby

 

I gatti sono delle bestiacce. Spietati e approfittatori.
Dopo la prima settimana in cui si sono comportati benissimo, hanno realizzato che non potevo inseguirli, chiudere la porta in tempo per non farli uscire la sera e soprattutto che ero lì, sempre in casa a disposizione.
Dal loro punto di vista.
Ho provato a spiegargli che cosa sia una rotula rotta e cosa ne consegue, ma niente da fare.
Anarchia totale.
Il divano è diventato di nuovo più interessante dei tiragraffi, le richieste di cibo incessanti per tutta la giornata, ogni quarantacinque minuti, tanto sei lì, che ti costa.
Le fughe serali sono diventate sparizioni lunghe 48 ore.
Prima La Lindo.
Poi Baby.
Poi Linda.
Poi Linda e La Lindo.
Poi Bibo e Baby.
Poi Bibo.
Ginetto, a parte avermi divelto il divano, si comporta bene.
Riccardino si sposta con me dal letto al divano al punto che mi è venuto il dubbio che abbia una rotula rotta anche lui.

Otto

 

Come se non bastasse è comparso un micio con il pelo lungo, Otto, che picchia i miei ma non è abbastanza randagio da evitare di mettersi sul davanzale della finestra e miagolare come se lo stessero sgozzando perché vuole mangiare.
Bix, un cane che vive con sette gatti, per non essere da meno ha deciso che alle otto di sera è troppo presto per rientrare. Molto meglio andarsene a zonzo fino alle undici, oppure starsene a prendere il fresco dietro il roseto, ignorando i miei richiami e le mie suppliche, conscio del fatto che fin là non posso raggiungerlo.
La sera, distrutta per aver saltellato tutto il giorno su un piede solo, riuscire a andare a dormire quando voglio è assolutamente utopico.
C’è sempre un gatto che non è rientrato.
Saltello fino alla porta per chiamarlo, ma con le stampelle non riesco a richiudere in fretta e corro il rischio che quelli che sono in casa schizzino fuori a tradimento, maledetti.
Il fuggitivo non c’è.
Decido di aspettare ancora un po’ prima di arrampicarmi sulla scala a chiocciola e andare a dormire ma mi viene in mente che anche Bix non è rientrato quindi risaltello fino alla porta.
Non c’è.
In compenso sul balcone c’è Nove la volpe, ah già, ti porto qualcosa, che vuol dire tornare in cucina e appendermi al collo (le mani sono occupate dalle stampelle) una busta con dentro un contenitore pieno di avanzi, brodo di pollo e altro, che se si apre sono fottuta e qualche volta si apre.
Mentre raggiungo la porta vedo Otto dietro la finestra che grida, ah già, ti porto qualcosa.
Linda nel frattempo ha un languorino e inizia a camminarmi in mezzo ai piedi e alle stampelle, rischiando un altro infortunio io e la morte lei.
Quando finalmente riesco a raggiungere il letto sono a pezzi e li odio tutti.
Non tanto.
Solo un po’.

La settimana è iniziata con una buona notizia e una cattiva.
Quella buona: la mia rotula si è saldata e posso deambulare per piccoli tragitti senza tutore, con tutte e due le gambe e con una stampella sola.
Al controllo in ospedale mi hanno dato istruzioni e consigli.
“Deve riprendere a camminare gradualmente.”
“Quindi domani non posso fare l’orto…..”
“ No!”
“Ma sono già in ritardo…”
“NO! I muscoli devono riprendere tono, la gamba potrebbe cedere, se cade si fa male!”
Uffa!

Arrivata a casa mi rendo conto che comunque non avere il tutore e poter appoggiare il piede mi apre una serie di prospettive che mi ero dimenticata e quindi decido di andare a cercare il mio gatto Bibo che è sparito venerdì mattina. (Cattiva notizia)
L’intenzione è quella di andare nella borgata vicina, per controllare che non sia rimasto chiuso da qualche parte.
Lo dico alla signora mia amica che è venuta a darmi una mano nell’ultimo mese (povera donna) e lei dopo avermi guardata malissimo, sbotta.
“ Ti hanno tolto il tutore da tre ore, è tutto il giorno che sei in piedi e adesso vuoi andare fin là? Ti porto in macchina.”
Grazieeeeeee!

E così ci facciamo un giro, lei cercando di non sderenare la macchina sulla strada sterrata e dissestata, io seduta al suo fianco con il finestrino giù, gridando come un’aquila – -Bibooooooooooo!
Niente da fare.
Del mio bellissimo gatto Bibo nessuna traccia.
Sento che sta per abbattersi su di me uno stato di disperazione profonda.
La trattengo.
Aspetto domani.
In tarda serata Bibo compare alla finestra, stanco, sporco, affamato e zoppo.
Deve essersi trovato in serie difficoltà.
Magari ha sentito le mie grida di richiamo e si è fatto coraggio.
O magari è semplicemente un gatto.
Balordo come sanno esserlo i gatti.
Comunque sia, io stanotte dormirò come un pascià.

Bibo

 

Foto di Manù e Andrea Ferrante

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