Cronache di una cittadina trapiantata su un selvaggio bricco del cuneese
di Manù
La società anti roditori Manu&Baby&Bibo è momentaneamente chiusa per ferie perché l’amministratora delegata, che poi sarei io, iniziava a sentirsi un po’ provata dalle nottate insonni passate a correre dietro a Baby che correva dietro al topo sotto lo sguardo attento di Bibo.
Con l’arrivo dell’elemento canino mi sono vista correre dietro a Michi che corre dietro a Baby che corre dietro al topo, sotto lo sguardo attento di Bibo, e mi son sentita stanca solo al pensiero.
Lo sportello sotto al lavello quindi rimane chiuso e il roditore subito conscio della situazione si dà alla pazza gioia.
L’altro giorno, un piccolissimo si è avventurato fuori sul pavimento della cucina ed è rimasto un momento a osservare me e Michi.
Lui guardava noi e io guardavo lui, Michi secondo me non si è accorto di niente perché un po’ orbo.
In attesa della riapertura ho rimesso il bidone-trappola, adesso sto valutando se assumere Michi anche se non saprei che mansione dargli in quanto un po’ disabile.
Ma non vorrei mai macchiarmi di discriminazione.
Ho lavorato a lungo in un negozio e tutti gli anni il Natale si abbatteva su di me e le mie colleghe, inesorabile e spietato.
Negli anni ho potuto osservare come la stragrande maggioranza delle persone, colte da euforica frenesia, in questo periodo dell’anno metta in atto tutta la propria capacità di finzione.
Bisogna fingere che ti faccia piacere vedere parenti di cui faresti a meno, che non ti sia pesato per nulla stare ai fornelli per giorni e che gli orribili orecchini di strass a forma di pera che ti ha regalato tua suocera ti piacciano tantissimo, facendo notare con discrezione che, peccato, non hai i lobi forati.
In negozio i più antipatici erano quelli che arrivavano all’ultimo momento, dovevano fare un regalo a qualcuno che evidentemente detestavano, non sapevano cosa comprare ma volevano fare bella figura spendendo poco, pochissimo, e pretendevano che il problema glielo risolvessi tu.
Quest’anno abbiamo un Natale al Covid e mi par di capire che questo per assurdo stia accentuando lo shopping compulsivo e il rischio di cadere morti fulminati se non si riesce a occupare un tavolino per prendersi il caffè al bar di tendenza.
Visto da quassù ha un che di surreale e grottesco, io mi ritengo fortunata nel mio isolamento, accentuato dalla neve.
Perché qui gli addobbi natalizi sono gli abeti innevati, gli uccellini che vengono a mangiare le camole che gli ho appeso fuori dalla finestra, gli scoiattoli che saltano di ramo in ramo e le luci della pianura, un presepe gigante di cui posso godere la vista a una distanza di assoluta sicurezza.
Totalmente ignare del Natale e sull’orlo della depressione a causa della detenzione momentanea, le galline Rita, Clara e Luigina non sanno proprio come ammazzare il tempo.
Per distrarle un po’ abbondo con la razione quotidiana di becchime, che getto loro nel recinto invece che nella mangiatoia in modo che abbiano la sensazione di razzolamento, visto che liberarle non posso. Con la neve alta è alto anche il rischio di essere predate, tanto più che è stato avvistato un lupo qui vicino. Che emozione sarebbe incontrarlo!
Io, naturalmente, non le mie galline.
Linda, la gattina nera che è venuta ad abitare nella tettoia sotto la mia cucina, non è più incinta. O meglio, forse non lo è mai stata. Sono perplessa. Il gran pancione che aveva quando è arrivata non c’è più, ma non ha partorito.
Possibile che fosse solo gonfia di tutte quelle scorreggine puzzolentissime con cui mi ha allietata i primi giorni?
In effetti mi sembrava troppo piccola per essere già incinta e oggi guardandola mi è venuto il dubbio che sia un maschio. Non si lascia maneggiare e non è così immediato capire cosa ha sotto la coda. Quindi forse è Lindo.
Comunque sia, dopo essermi ripromessa di lasciarla sotto la tettoia a fare il felino semi- selvatico, sto dando fiori di Bach a tutti per migliorare la socializzazione, per ora pessima e portarmela in casa, incinta o no, Linda o Lindo che sia.
E se ne arrivano altri?
Devo darmi una regolata.
Foto di Manù e Andrea Ferrante