di Gaby Weber
Traduzione di Margherita Giacobino
Illustrazioni di Anna Ciammitti
A Pasqua le spiagge argentine erano piene ma ora, dopo mesi di relax, i ristoranti, i teatri e i negozianti temono nuovi divieti. Da ogni parte si mette in guardia contro la “seconda ondata” e si dipingono scenari di orrore. Mentre nel vicino Cile si stanno facendo vaccinazioni (con dubbio successo, dato che il numero di contagi sta comunque aumentando), in Argentina manca il vaccino. Il governo non ha un piano, né buono né cattivo.
E ora il presidente Alberto Fernández ha contratto il Covid 19, anche se alcune settimane fa era già stato vaccinato due volte con lo Sputnik V. Allora a che servono i vaccini, si chiedono molti argentini. Anche gli esperti devono ammettere che “non impediscono il contagio” ma presumibilmente “mitigano i decorsi gravi della malattia”, come dichiara Elena Obieta della Società argentina per le malattie infettive (SADI). “Le persone vaccinate devono continuare a indossare mascherine e a mantenere le distanze. Non è chiaro se sono contagiose“, ha detto.
A peggiorare le cose, l’inverno sta arrivando e se, come si teme, i politici non troveranno niente di meglio che un altro lockdown, la già stremata economia nazionale sarà alla fine spinta nell’abisso. La povertà è oggi al 42% e molti soffrono la fame, in un paese la cui agricoltura produce cibo per 450 milioni di persone.
Un tempo le infrastrutture argentine erano paragonabili a quelle dell’Europa e degli Stati Uniti. Tre premi Nobel sono andati a scienziati argentini: nel 1947 e 1984 per la medicina, nel 1970 per la chimica. Mentre il Brasile e Cuba hanno sviluppato un vaccino nazionale, rispettivamente Butanvac e Soberana 02, il paese sul Rio de la Plata è a mani vuote. Peggio ancora, ai ricercatori viene negato l’accesso all’alta tecnologia. Il biochimico Dr. Juan Garberi ha voluto esaminare campioni di pazienti con sintomi di Covid e ha richiesto l’accesso al microscopio elettronico dell’Università di Buenos Aires. Senza esito. Anche la proposta concreta del suo laboratorio di condurre test su larga scala non ha suscitato interesse. “Vediamo i sintomi di una malattia polmonare, ma nella ricerca delle cause e nei tentativi di isolare il virus siamo ostacolati”, dice Garberi. Secondo le statistiche ufficiali, negli scorsi anni sono morte tra 7,5 e 8 persone ogni 1000 argentini, ma nel 2020 sono state di meno. Quindi non ci sono prove di un eccesso di mortalità. Anche il numero di morti per Covid – 56.471 da marzo 2020 – non è molto allarmante. Le unità di terapia intensiva non sono sovraffollate.
Pfizer, AstraZeneca, Sputnik
Il governo argentino ha lasciato passare molto tempo prima di comprare il vaccino all’estero. Il presidente Fernández aveva bussato alle porte di Pfizer e Moderna e si era seduto con il CEO di Pfizer Nicolás Vaquer il 10 luglio 2020. Questo ha causato problemi interni. Il ministro della salute Ginés González García si è sentito scavalcato e ha ritenuto che l’accordo intendesse tagliarlo fuori. Così è stato felice che 10 giorni dopo quell’incontro il vaccino concorrente, AstraZeneca dell’università di Oxford, si sia aggiudicato un’efficacia del 95%.
Il 28 luglio Pfizer ha presentato la sua proposta iniziale al ministro della salute, che aveva chiarito di essere lui il referente istituzionale. La sua risposta è stata tutt’altro che amichevole. González Garcia ha favorito AstraZeneca e affidato le trattative a Sonia Tarragona, che in precedenza aveva avuto rapporti d’affari con AstraZeneca, il cui vaccino secondo lei era più vantaggioso: una dose era sufficiente, la sostanza era più economica e più facile da gestire.
Nonostante fosse partita male, Pfizer ha lanciato la fase III della sperimentazione in agosto, con 4.500 argentini che si sono offerti volontari nella speranza di una rapida immunizzazione. L’Agenzia nazionale autonoma per la sicurezza alimentare e dei farmaci (ANMAT) ha approvato il vaccino Pfizer in modo sorprendentemente rapido. Le malelingue da tempo definiscono l’Anmat una “lobby di Big Pharma”.
Ora anche AstraZeneca prometteva la luna. Il presidente Fernández ha annunciato a gran voce che questo vaccino sarà prodotto in Messico e Argentina per tutta l’America Latina nella prima metà del 2021. “La decisione è stata presa a favore di AstraZeneca”, ha scritto il quotidiano La Nación, “quindi la patria dovrebbe essere salvata e tutto dovrebbe andare bene”.
Ma la patria non è stata salvata. All’inizio di settembre, Oxford stava già segnalando effetti collaterali tra i soggetti dei test. Serviva un nuovo salvatore, ed è arrivato dal freddo: lo Sputnik V, il farmaco miracoloso di Mosca. Dopo sei mesi di quarantena, l’Argentina aveva i nervi a fior di pelle, bisognava fissare una meta per tener calma la gente.
L’industria farmaceutica, anche quella russa, ha dettato i termini e ha insistito sulla segretezza dei contratti e sull’esenzione da ogni responsabilità per eventuali danni. Dall’Argentina, la cui correttezza nei pagamenti appariva dubbia, volevano anche una legge che li garantisse. Secondo le dichiarazioni indignate di alcuni politici, dovevano essere usati come garanzia i diritti di pesca e le risorse minerarie.
L’opposizione, il partito di destra PRO, ha chiesto un chiarimento. È consuetudine tra i peronisti al governo farsi pagare una tangente del 15% sottobanco e per affari delicati come le armi la percentuale può salire. Proprio per questo l’ex ministro de Vido era chiamato “señor celular”, perché in Argentina tutti i numeri dei cellulari iniziano con 15…
A Pfizer però dava fastidio l’articolo 4 della legge, che prevedeva che lo stato argentino sarebbe stato responsabile in solido per i risarcimenti, tranne nei casi di “condotta fraudolenta e dolosa e di negligenza” dei fornitori. Temeva, in questi casi, di finire davanti ai tribunali argentini. Le porte si sono chiuse e Buenos Aires ora ripone tutte le sue speranze nello Sputnik. Ciononostante, a novembre Fernández ha affermato: “Il mese prossimo saremo in grado di vaccinare 10 milioni di persone”.
A metà dicembre, dopo che è finalmente scoppiato il conflitto tra il ministro della salute e Pfizer, lo scambio di email è stato pubblicato da La Nación.
In conferenza stampa González Garcia ha dichiarato: “Pfizer ci ha detto che la legge non era sufficiente, che ce ne voleva una nuova, e ha insistito che il contratto doveva essere firmato non da me ma dal presidente”.
Pfizer non ha negato, ma il 28 dicembre ha risposto che “le condizioni richieste all’Argentina erano le stesse di quelle poste a tutti gli altri paesi che le hanno accettate e da allora le rispettano”.
A gennaio, nonostante le temperature estive, la curva dei contagi continuava a salire mentre i vaccini non arrivavano. Per salvarsi la poltrona, González Garcia ha chiesto al presidente di sospendere la clausola sulla “negligenza” con un decreto di emergenza. Non l’ha ottenuto.
Il ministro ha dovuto dimettersi, ufficialmente a causa dello scandalo “Vacuna Vip”. Si è venuto a sapere che alcuni amici del governo e sindacalisti erano stati vaccinati di nascosto, mentre i cittadini comuni restavano a mani vuote.
Cambio di umore
“Vacuna Vip” ha fatto infuriare anche gli argentini abituati alla corruzione. Molti anziani sono così spaventati che non escono di casa da marzo 2020. E intanto i giovani vengono vaccinati perché hanno un “amigo” nell’apparato del partito?
Gli argentini hanno da tempo fatto ricorso a soluzioni individuali. Si sono rivolti all’idrossiclorochina, un farmaco usato per prevenire la malaria. Un giudice ne ha concesso l’uso per un anziano di 92 anni, anche se l’Anmat non l’approvava. Il paziente è morto comunque. L’ivermectina, già da tempo usata in medicina veterinaria per la lotta ai parassiti, è particolarmente popolare e nel 2015 è stato assegnato il premio Nobel ai suoi inventori. Secondo l’OMS, a tutt’oggi i risultati dell’ivermectina sui pazienti Covid sono inconcludenti, quindi dovrebbe essere usata solo in studi clinici. In Argentina, diverse province l’hanno approvato e a Buenos Aires è venduto nelle farmacie, sia in flaconi (per gli animali) che in pillole (per gli umani). Tra gli altri suggerimenti ci sono il disinfettante biossido di cloro, che può causare gravi problemi di salute se preso in dosi sbagliate, e il farmaco per i reumatismi ibuprofene. Ma mancano studi affidabili, perché l’attenzione è solo sui vaccini e non sui farmaci.