di Robin Morgan
Illustrazione di Liza Donnelly
Traduzione di Margherita Giacobino
Sarò per sempre grata a Miriam Schneir, la grande storica americana e cronista dei diritti delle donne, per i suoi libri, specialmente la sua straordinaria trilogia, Feminism, The Essential Historical Writings; e poi Feminism in Our Time, che contiene documenti che stanno alla base della lotta per i diritti delle donne; e in particolare il suo prequel appena pubblicato, Before Feminism: The History of An Idea Without a Name. Questo ultimo libro è un’opera magnificamente positiva, rivelatrice e piena di speranza: è un classico immediato. È raro che io mi entusiasmi a tal punto nel lodare un libro, ma questo è talmente accessibile, vivace (leggi ”non accademico”), ma allo stesso tempo documentato – e soprattutto contiene cose che la pìù scafata lettrice femminista (come me) ancora non sa o non sa abbastanza. È la risposta definitiva alla maligna domanda: “Dov’erano tutte le vostre grandi…?”. Leggete questo nuovo libro, che mi ha reso così orgogliosa – e naturalmente mi ha fatto anche infuriare, per tutti gli ostacoli posti alla libertà delle donne, al loro avanzamento, al loro essere persone. Ma eccole tutte lì, quelle donne, le vediamo nel corso della storia riempire il mondo e i millenni con la loro presenza, anche quando non gli è stato permesso di parlare a piena voce.
Ispirata da questo, ho capito che abbiamo bisogno di prenderci una pausa in cui celebrare noi stesse e il nostro lento incedere evolutivo, e ho deciso di offrirci una messe di buone notizie in questi tempi di stanchezza e pericolo. Condividere le cose positive che succedono è qualcosa che non facciamo abbastanza spesso, per noi e e tra di noi. Dovremmo davvero farlo. Potrebbe darci l’equilibrio che cerchiamo così disperatamente, e l’equilibrio consente la prospettiva.
Inoltre, Dio sa che cercare di vivere una vita di attenzione e di etica – secondo la definizione di E. M. Forster “vedere la vita costantemente e vederla nella sua interezza” – in questi giorni può sembrare caotico, destabilizzante, perfino apocalittico. Leader populisti/nativisti tossici sorgono in tutto il mondo, nelle nazioni democratiche la politica diventa più polarizzata; i divari nella ricchezza sembrano continuare a espandersi; e lo spettro minaccioso del disastro planetario aleggia su tutti noi, sempre più vicino.
Tuttavia. Tuttavia. Ecco, in modo un po’ casuale.
Negli ultimi due secoli nella nostra specie gli individui che sanno leggere e scrivere sono passati da una piccola élite a otto persone su dieci nel mondo. La disuguaglianza globale del reddito è diminuita significativamente. Per quanto riguarda l’aspettativa di vita, secondo la Divisione Popolazione delle Nazioni Unite, una persona nata nel 2017, in media in tutto il mondo, potrebbe vivere fino a 72,4 anni, l’età più alta nei quasi sei decenni sotto osservazione. I tassi di fertilità stanno scendendo in tutto il mondo, una buona cosa per la sovrappopolazione e la devastazione ambientale che l’accompagna. Anche i tassi di mortalità infantile continuano a scendere rapidamente, e i matrimoni precoci per le ragazze sotto i 15 anni si sono ridotti dall’8,1% nel 2003 al 5% nel 2018.
Sì, c’è un enorme divario globale di genere (in termini di ricchezza e potere) che secondo il World Economic Forum, visto l’andamento attuale, ci metterà cent’anni per essere colmato. Ma perlomeno la tendenza è nel verso giusto. Le donne che ricoprono incarichi di governo sono oggi numerose come mai prima, in un totale del 76,3% degli organi legislativi di tutto il mondo nel 2018, ultimo anno per cui abbiamo dati. Ovvero il 23,97% in più rispetto alla fine degli anni ’90. Inoltre, sia la mortalità infantile che quella materna hanno raggiunto nuovi minimi nelle rispettive statistiche (almeno a livello globale; gli Stati Uniti sono l’unico paese a fallire su questo fronte).
Il numero di persone in povertà (leggi: donne e bambini) è ai minimi storici. Per le Nazioni Unite la “povertà estrema” è quella di chi vive con meno di 1,90 dollari al giorno: le persone più povere del mondo. Queste cifre sulla povertà tengono conto delle forme non monetarie di reddito – per le famiglie povere di oggi e del passato questo è importante, soprattutto perché molte di esse praticano l’agricoltura di sussistenza e vivono in gran parte della propria produzione alimentare. La maggioranza della popolazione mondiale vive ancora in povertà. Una persona su dieci vive con meno di 1,90 dollari al giorno e due terzi vivono con meno di 10 dollari al giorno.
MA.
È aumentato l’accesso all’acqua potabile, che supera il 90%.
Abbiamo un maggiore accesso all’elettricità, e l’11% dell’energia globale ora proviene da fonti rinnovabili: eolico, idroelettrico e solare. Il numero di persone che muoiono per l’inquinamento atmosferico è il più basso nella storia registrata. Le risorse totali delle istituzioni che hanno disinvestito dai combustibili fossili sono passate da 5 miliardi nel 2012 a 11,5 trilioni nel 2019.
Per la prima volta nella storia dell’umanità, due terzi degli esseri umani hanno accesso all’assistenza sanitaria essenziale, che comprende la salute riproduttiva, materna, neonatale e infantile, le malattie infettive e quelle non trasmissibili.
Potrei continuare, ma avete sicuramente capito il punto. Mi conoscete e sapete che posso essere una grande pessimista; non sono certo un’allegra santarellina che snocciola positività indiscriminata. Dopo i cinque anni che abbiamo passato dovremmo essere allegri e generosi con chi ce li ha accollati? Certo che no!
Ma quando si pensa a tutti gli anni precedenti e ai secoli e ai millenni ancora precedenti, e a come ognuno di noi in qualche modo, donne e uomini, è stato una piccola tessera colorata nel grande mosaico dell’umanità – beh, la prospettiva non è solo un aiuto straordinario per salvarti la vita; è uno splendore.
*L’articolo è apparso sul blog di Robin Morgan il 22 novembre 2021