della Misantropa
Vignetta di Pat Carra
Per una donna con inclinazioni filosofiche e amante della privacy, avere un gatto offre innumerevoli vantaggi rispetto all’avere un figlio.
Come prima cosa, non devi educarlo. I gatti, per fortuna, non sono educabili, fanno quello che gli pare. Che fare se il tuo grasso soriano è pigro, schizzinoso e ingordo e quando mangia sparge il cibo sul pavimento senza curarsi del fatto che tu poi devi pulire? parlargli di peso forma e colesterolo? suggerire una terapia di coppia per guarirlo dal suo narcisismo che ti vittimizza? Certo che no, basta pulire il pavimento e riempire di nuovo la ciotola con il suo cibo preferito (e solo quello).
Se la tua aristocratica gatta siamese, invece di accudire maternamente il micino abbandonato che hai portato a casa cerca di ucciderlo, non devi farle lunghi e snervanti discorsi sul poliamore, la condivisione e le relazioni libere dalla gelosia, ti limiti a barricare il micino in un’altra stanza (se dopo matura riflessione sei tanto pazza da decidere di tenerlo) e aspettare che sia grande abbastanza per difendersi da solo.
Avere un gatto/a ti libera dai falsi dilemmi dell’umano, ridimensiona la ragione, l’etica, l’evoluzione, tutti concetti vastamente sopravvalutati di cui la tua gatta/o si fa un baffo. Lei, o lui, è Altro, beatamente, stupendamente Altro rispetto a tutti i tuoi stress mentali. Il gatto, e del pari la gatta, non sono rispettabili, non hanno progetti né scopi né ambizioni. Né obblighi verso di te. Al massimo ti fanno le fusa, quando ne hanno voglia. E quando ti fissano lungamente negli occhi mentre tu gli gratti le orecchie con aria ebete e innamorata, cosa ti dice il loro sguardo? Meglio non approfondire.
Il gatto/a rimette in prospettiva il futile concetto di responsabilità. Non devi insegnargli a vivere, lo sa già, né prepararlo ad affrontare la realtà, inculcargli l’educazione civica e sperare che quando va in monopattino si metta il casco e non investa i pedoni. Tanto comunque in monopattino non ci va, e neanche in auto se può evitarlo, il che è già un vantaggio in sé. Il gatto non studia e non lavora. Ha qualcuna che lo mantiene, senza chiedere niente in cambio. Qualcuna che lo ama incondizionatamente, senza pudore, senza vergogna.Col gatto puoi vivere liberamente le tue perversioni, soprattutto quella vena di masochismo così femminile, e deliziarti dei graffi che ti tatua sulla pelle.
Il gatto è magico: trasforma casa tua in una reggia. Lui/lei infatti ci vive regalmente, grazie ai servigi della sua umile e fedele schiava, che altro non chiede se non di soddisfare tutti i suoi desideri.
Essere una schiava d’amore non è forse il sogno di ogni donna? Il gatto ti permette di realizzarlo sputtanandoti giusto quel minimo, e poi tanto resta tra te e lei, o lui.
Se poi guardandoti attorno ti capita di vedere che un sacco di donne crescono i loro figli esattamente come tu cresci il tuo gatto, basandosi sugli stessi principi e ottenendo gli stessi risultati, questo non farà che confermare ancora di più la tua fede nella superiorità del felino domestico.
È più piccolo, mangia meno, non devi comprargli abiti firmati, non fa uso di droghe a parte i croccantini, e non gli verrà mai in mente di ucciderti per l’eredità.
Non dovrai mai porti davanti a lui, o lei, la fatidica domanda: dove ho sbagliato?
E il gatto, adorabile carogna, non te lo dirà mai.