di Cyrilla Mango
Illustrazione di Ila Grimaldi
da Aspirina la rivista n.9 Primavera/Estate 2015
Sapevamo sarebbe successo, speravamo sarebbe stato superato.
Stupendi studiosi sostenevano che svalutare gli stipendi sarebbe stato il solo sistema per sorpassare un secolo sfortunato. I salariati suggerivano che senza soldi non si sopravviveva: i soldi erano lo sterco di satana, ma saziavano stomaci e saldavano spese.
“Sì, sicuramente, ma il sistema è stato sistemato per i soliti che spadroneggiano da sempre. Sacchi di splendidi soldi per i sempreverdi signori e saltuari scarsi stipendi per gli altri.”
“Sono stati sperperati”, sentenziò lo stipendiato. “Hanno sgraffignato sconciamente soldi che non gli spettavano.”
“Sarà, ma siete stati silenziosi mentre succedeva. Sono subentrate stagioni stanche, senza speranza, senza sostanza. E’ il secolo dello spread che soverchia stati e società, la vostra sorte è segnata. Speravate di salvarvi senza sforzo?”
Sono sassi queste sentenze, ma non svaniranno sminuendole.
I salariati si sforzano di scrutarsi: servono svelte soluzioni, ma gli sguardi scendono al suolo. Seri, si sdraiano su spiagge silenziose, salutando sogni e soldi: sicuramente un sagace salvatore scenderà dalle stelle o dal sole e così scelgono il sonno.
Subito si svegliano spauriti, nella sera si sentono sussurri sconcertanti: “Ssssei sssssolo un ssssservo” “Sssssei uno sssschiavo”.
“Stupida serpe smetti di sparlare!”
“I servi strisciano, smettono di sognare, di strappare ciò che gli spetta. Sono sospesi scioccamente in uno scorrere senza senso su strade che non scelgono. La scelta è sorella siamese del sogno.”
“Non serve spargere sentenze su sbagli successi. Serpe, suggerisci soluzioni!”
“Sorgete! Sperate! Strillate! Splendete selvaggi! Solo così smetterete di sopravvivere e finalmente sarete.”