Televirus

di Clelia Pallotta e Francesco Siliato
Illustrazione di Liv

 

Svegliarsi più tardi, guardare la tv

Secondo i dati Auditel* al 9 marzo, data del #iorestoacasa, sono approdati alla tv ragazze e ragazzi, bambine e bambini, di solito assenti. La prima cosa che questi target hanno fatto è svegliarsi più tardi, dormire. Da Auditel lo si vede: dalle nove del mattino in poi l’ascolto cresce di molto rispetto ai giorni precedenti al riconoscimento della pandemia; tra le sette e le otto del mattino invece diminuisce. I genitori non hanno più bisogno di lasciare i figli davanti alla tv per preparare colazione e uscita di casa. Tutti dormono di più.
Nel resto della giornata è un crescendo di ascolti fino alla conferenza stampa della Protezione civile in onda in diretta su più canali tradizionali, All News, pubblici e privati, tutti i giorni dal 22 febbraio al 17 aprile, poi due volte alla settimana al lunedì e al giovedì. Il successo di popolo di questo appuntamento è stato imponente, l’ascolto ha continuato a salire, generando una grande coesione sociale davanti ai numeri dell’epidemia e al loro significato, un apice di interesse prolungato nel tempo mai raggiunto prima.

Paura del virus, timore di Dio, speranza di salvezza

Il Presidente del Consiglio italiano, come i suoi omologhi in tutto il mondo, ha presentato in una serie di comunicazioni televisive i vari piani di lotta al Covid-19. Anche questi appuntamenti sono diventati momenti di unificazione popolare. Il primo, il 9 marzo, è stato seguito da quasi 11 milioni di persone solo su Rai Uno, ma poi è stato trasmesso da tutti i Tg e dai canali All News in edizioni straordinarie: 25 milioni di persone si sono fermate a sentire Conte che apriva l’era del restare a casa. Al momento in cui scriviamo (2 maggio) è stata la comunicazione più ascoltata, circa 24 milioni di persone.
Altre occasioni di grande coesione sociale sono state la Benedizione Urbi et orbi e la Via Crucis di Papa Francesco. Il Papa che cammina solo con passo un po’ incerto sotto la pioggia e poi parla seduto al riparo di un baldacchino davanti a una piazza San Pietro grigia e completamente deserta è stato visto in diretta da quasi 18 milioni di persone sulle nove reti italiane che hanno trasmesso l’evento; almeno altri due milioni l’hanno seguito sul web (ma lì non c’è un conteggio altrettanto pubblico e strutturato come quello di Auditel).
La Via Crucis del 10 aprile 2020 è stata vista da nove milioni di persone, viene trasmessa ogni anno, ma non ha mai avuto tanta attenzione. Aveva raggiunto il massimo il 29 marzo del 2013 al debutto di Papa Francesco, eletto sedici giorni prima. Nel 2019 non aveva raggiunto neanche la metà degli ascolti di quest’anno. Paura del virus, timore di Dio, speranza di salvezza, in terra e nella vita eterna. Amen.

Si fugge sulle piattaforme

Ma sempre più spesso si cerca di sfuggire all’ubiquità televisiva di Covid-19. Nei cambi di canale si percepisce la stanchezza, le persone sono estenuate, cercano sollievo, distrazione. Al lunedì la maggioranza scappa su Il Commissario Montalbano, ma tutti i giorni e a tutte le ore si fugge andando sulle piattaforme così dette over the top: Prime di Amazon, Chili, Tim Vision, ecc. ecc.; Netflix dichiara di aver aumentato di 15 milioni i propri abbonati nel mondo grazie a queste pandemiche giornate.

#scuolaacasa, soprattutto on demand

La Rai in quanto servizio pubblico ha fatto un accordo con il Ministero dell’Istruzione e iniziato una specifica programmazione dedicata agli studenti di ogni ordine e grado (#scuolaacasa). Nel progetto sono coinvolti i canali Rai Scuola e Rai Storia ma anche Rai Gulp e Rai Tre: su quest’ultima le lezioni sono iniziate il 20 aprile, con lo storico Alessandro Barbero che già su You Tube ha moltissimo seguito. La trasmissione si chiama #Maestri e raccoglie oltre 700 mila persone, non tutti studenti però: il 56 per cento sono ultra sessantacinquenni, mentre i giovani tra i quindici e i ventiquattro anni sono solo il 3 per cento. C’è poi Rai Gulp, un canale dedicato a chi frequenta le scuole elementari, che ha varato La banda dei fuoriclasse, un programma didattico che però sta producendo meno ascolti di Heidi 2 e Berry Bees, i cartoni che andavano in onda nello stesso orario adesso dedicato alla didattica. Bambine e bambini, già impegnate con le maestre nella scuola via internet, con i genitori a casa e coinvolti nell’esecuzione dei compiti, non apprezzano che i loro cartoni siano stati soppressi per fare spazio ad altri doveri scolastici.
Auditel misura anche device, telefonini, smartphone, tablet, pc e Smart tv che si connettono alla rete per seguire programmi televisivi. Qui Rai Scuola ha un grande successo, soprattutto nell’on-demand, cioè quando è chi studia a scegliere cosa guardare e quando. La lezione preferita dell’ultima settimana è stata I segreti della fisica quantistica: ha avuto 13mila click per un totale di duemila ore. Seguono nelle preferenze delle lezioni via web La storia del nostro pianeta e Perfect English.

 

*Auditel misura il consumo di televisione in Italia con apparecchi chiamati Meter, collegati ai televisori delle 20mila famiglie che fanno parte del campione. Queste famiglie e le 41mila persone che le compongono rappresentano tutti gli italiani e le italiane di età superiore ai quattro anni. Sono dati utilizzati soprattutto da pubblicitari ed editori televisivi, spesso pubblicati dai giornali nelle classifiche dei programmi più visti. I dati Auditel possono però essere letti per capire gli umori, i timori e i comportamenti della popolazione, soprattutto in questo momento di domiciliazione forzata.

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