Incontro internazionale dei giornali di strada
di Gaby Weber
A metà settembre 2022 si è svolto a Milano il “Global Street Paper Summit”, incontro internazionale dei giornali di strada, quelli che sono venduti dai senzatetto in metropolitana, nelle piazze e nei luoghi di maggior passaggio. L’incontro è stato organizzato dall’INSP (International Network of Street Papers) e finanziato da Caritas Ambrosiana, editrice della rivista italiana Scarp de’ tenis. Le delegazioni provenivano da 25 Paesi, molte dall’Europa e dagli Stati Uniti, ma anche da Canada, Brasile, Messico e Argentina. Il summit è stato segnato da due catastrofi, una quasi conclusa e l’altra imminente. Due anni di pandemia avevano molto danneggiato le iniziative, perché le vendite delle riviste di strada erano calate rapidamente: a causa del lockdown, i supermercati e le metropolitane erano vuoti e sempre più persone rischiavano di non sapere come mangiare. Non solo nell’emisfero meridionale del pianeta, ma anche nei Paesi industrializzati. E una nuova catastrofe era imminente: il conflitto in Ucraina minacciava di portare in Europa una nuova ondata di rifugiati, persone bisognose di cure, molte delle quali finite per strada. E ora, con l’aumento dei prezzi dell’energia, un nuovo gruppo di persone sta per perdere la casa: chi non riesce a pagare le bollette pur avendo un lavoro e una vita regolare.
Tra il 12 e il 16 settembre a Milano l’attenzione si è concentrata sulla condivisione di esperienze concrete, come la raccolta di fondi e l’aiuto nella traduzione di altri giornali di strada. “Chi compra un giornale dai nostri venditori non sta facendo l’elemosina”, dice Stefano Lampertico, direttore del giornale Scarp de’ tenis “sta facendo un vero e proprio acquisto. Il venditore sta lavorando e voi leggerete la rivista.” Per anni queste iniziative hanno avuto un relativo successo. I senzatetto si sono organizzati e non hanno più visto la loro condizione sociale come una colpa, ma come un problema politico, un problema che capita anche ad altri e per il quale possono fare qualcosa se si organizzano. Con l’aiuto di persone impegnate socialmente, sono riusciti a veder soddisfatte alcune richieste, come le docce pubbliche, e a uscire parzialmente dalla loro situazione precaria. Ma la crisi del Covid ha cambiato tutto. “Il lockdown è stata la cosa più drammatica che abbiamo vissuto finora”, afferma Sebastian Pütter, portavoce dei giornali di strada di lingua tedesca e redattore di Bodo, il giornale delle città di Bochum e Dortmund. “Improvvisamente tutti sono dovuti rimanere a casa e la nostra gente per strada è stata lasciata completamente senza assistenza. Molti soffrono di problemi mentali. Siamo rimasti completamente soli.” Il secondo giorno di lockdown, Bodo ha organizzato una mensa per i poveri con alcune donazioni private. Questo ha salvato delle vite. In seguito, il comune ha fornito alcuni aiuti di emergenza, docce e un rifugio collettivo. “Abbiamo montato una tenda perché i nostri collaboratori stavano all’aperto anche d’inverno e le vendite dei giornali sono state azzerate” conclude Pütter.
La catastrofe del Covid non è ancora finita, e ne inizia una nuova: la crisi energetica causata dal conflitto in Ucraina e dalle sanzioni europee. Con l’aumento dei prezzi dell’elettricità e del gas, molti non riusciranno a pagare le bollette del riscaldamento e perderanno la casa. In Svizzera e Italia, i governi hanno emanato leggi che criminalizzano il riscaldamento delle abitazioni oltre i 19 gradi centigradi, ma non è chiaro come avverranno i controlli . Ancora meno chiaro è il modo in cui la classe medio-bassa pagherà le mega bollette. “Siamo molto preoccupati, ci sentiamo esclusi e spinti verso il basso”, ha detto Pütter. Chissà come la classe medio-bassa affronterà le condizione di indigenza. I governi europei hanno formulato programmi milionari per aiutare la loro industria, ma per i più poveri non è rimasto nulla. Il giornalista di Bodo parla con cautela, non volendo turbare potenziali sponsor, ma la disperazione e l’indignazione verso i politici è grande. “Coloro che si avvicinano a iniziative come Bodo non sono più soltanto i super-poveri, in costante crescita negli ultimi anni, con cui abbiamo sempre mantenuti i contatti. Là fuori c’è un grande gruppo con cui abbiamo pochi contatti, che è a rischio di taglio dell’energia e sfratti. Alcuni vogliono solo un posto dove stare al caldo perché non riescono a pagare le bollette. Altri finiranno per strada e probabilmente ci resteranno.” Stefano Lampertico teme anche “una nuova ondata di povertà e disoccupazione senza precedenti”. Poi ci sono i rifugiati, compresi quelli provenienti dall’Ucraina.
Il convegno si è concluso con un bello scambio di esperienze. Il delegato argentino Americo, direttore della rivista Hecho en Buenos Aires, ha raccontato della vendita di frutta e verdura senza pesticidi per portare avanti il progetto. O del sostegno di alcuni musei nel fornire uno spazio agli artisti che vivono per strada. “Si tratta di lavoro concreto e di solidarietà”, dice, “non di slogan politici.” Tuttavia, soprattutto in tempi di crisi, i politici non si stancano di parlare di “benessere dei poveri”, mentre al contempo riducono gli aiuti mirati e mantengono un modello economico che serve solo ai già privilegiati. Anche la ricca città di Milano è salita sul podio del summit e ha augurato “buona fortuna” all’iniziativa. Ma ciò di cui hanno bisogno i senzatetto non è la fortuna, bensì una società diversa e più giusta.